“Intelligenza emotiva e sofferenza del bambino”

La video intervista a Daniel Goleman è stata fatta a Francoforte nell’autunno del 2004 ed è stata proietta nel Convegno “Intelligenza emotiva e sofferenza del bambino”, che sì è svolto nel febbraio del 2005 a Torino alla presenza di 450 partecipanti.
La video intervista è suddivisa in tre parti, si avvia favorendo l’esposizione delle idee di Daniel Goleman e si sviluppa in alcune parti come dialogo e confronto fra Claudio Foti e il professore.
Nella prima parte dal titolo “Intelligenza emotiva: infanzia, società e violenza” viene esposta una sintesi della teoria dell’intelligenza emotiva e vengono affrontate questioni di rilevanza sociale e politica: la guerra, l’intolleranza etnico-culturale, il ruolo critico dell’intelligenza emotiva verso l’assetto della società, il terrorismo, la malattia mentale, il carcere, il silenzio che circonda l’abuso sui minori, il sostegno ai minori abusati, le valutazioni peritali dei bambini presunte vittime di violenza, la professionalità degli psicologi e degli assistenti sociali.
Foti cerca di coinvolgere Goleman con domande che sollecitano risposte vive:
“Lei si trova davanti ad un pubblico di colleghi psicologi che han la puzza al naso e pensano che la teoria dell’intelligenza emotiva sia troppo banale, come si rivolge a loro, come chiarisce la teoria?”
“Lei si trova di fronte ad un pubblico di assistenti sociali. Sono stressate per la mole di lavoro. Sono in trincea, ricevono molte critiche. Cosa direbbe loro?”
Nella seconda parte dal titolo “L’educazione, la scuola e i sentimenti” Foti continua a sollecitare l’assunzione da parte di Goleman di altri ruoli: l’insegnante al primo giorno di scuola, il dirigente scolastico di fronte ad un gruppo di insegnanti frustrati, lo psicologo chiamato a spiegare l’intelligenza emotiva ad un gruppo di genitori in un quartiere operaio.
Vengono poi affrontati i temi delle emozioni difficili da esprimere in relazione alla malattia, alla morte e alla sessualità; si parla inoltre dei sentimenti del lutto, dei pregiudizi sui bambini portatori di handicap, della rabbia, della calma, della rivalità fra i fratelli.
Goleman fa alcuni esempi delle tecniche educative basate sull’intelligenza emotiva nelle scuole degli Stati Uniti che cercano di applicare quotidianamente questo modello.
Vengono affrontati problemi socio-educativi quali il permissivismo, il controllo della gratificazione immediata e il rapporto tra le emozioni e i media.
Nella terza parte, dal titolo “Le emozioni che curano. La meditazione come cura di sé” si riprendono i temi di due libri di Goleman “Le emozioni che fanno guarire” e “Le emozioni distruttive” (scritto con il Dalai Lama). Si parla dell’importanza delle espressioni del pianto e del riso, degli effetti della cura delle emozioni sul sistema immunitario, del rapporto tra la compassione per se stessi e la compassione per gli altri, del rapporto tra il tecnicismo operativo e la sensibilità emotiva nei professionisti, del ruolo liberante e nel contempo dei rischi nell’espressione della rabbia. Si affronta infine il tema di come la spiritualità, la psicologia buddista e la meditazione possono aiutare la cura delle emozioni.
Foti conclude il lavoro chiedendo a Goleman cosa l’ha colpito maggiormente dal punto di vista emotivo nel corso dell’intervista e con quale stato d’animo termina questa intervista.
Claudio Foti
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