CRISTO SOTTO LE MACERIE. PERCHE’ IL PAPA NON LO VA AD INCONTRARE?
- Claudio Foti
- 7 ago
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Le parole, anche le mie, sono insufficienti e in ritardo rispetto alla violenza e alla fame nella striscia di Gaza. Drammaticamente insufficienti e anch’esse penose. E’ come rincorrere a piedi una macchina in autostrada. Il disastro umanitario di Gaza è un disastro dell’umanità. Segnerà la storia. Non come l’olocausto nazista, ma quasi.
Il cardinale di Gerusalemme Pizzaballa ha detto recentemente che c’è Cristo sotto le macerie di Gaza. Ma se c’è Cristo sepolto vivo, assieme a un po’ di bambini sepolti morti, perché il papa non lo va ad incontrare e ad abbracciare? Leone XIV dice che lui potrebbe andare a Gaza o in altri luoghi dove la guerra semina morti e distruzioni per annunciare la pace. Ma perché non lo fa? Sostiene che non è questo il modo per favorire il lavoro diplomatico. Comprendo. Forse ha ragione. Ma mentre si sviluppa il lavoro diplomatico – che non sembra peraltro tener dietro all’escalation della fame e della strage - non potrebbe umilmente tentare di andare a Gaza con un po’ di acqua e di farina?
Papa Francesco ci sarebbe andato a questo punto dello sterminio? O si sarebbe limitato a telefonare ogni giorno alla parrocchia cattolica di Gaza? Chi sa? Volevo molto bene a papa Francesco, nutrivo pensieri di affetto e di gratitudine nei suoi confronti, senza essere credente. Lui era più impulsivo del papa attuale, ma aveva un grande cuore…
Anche lo scrittore israeliano David Grossman afferma che è giunta l’ora di superare le preoccupazioni terminologiche per dare un nome alla violenza del governo e dell’esercito israeliano.
"Per anni ho rifiutato di utilizzare questa parola, genocidio, ma adesso non posso trattenermi dall’usarla. Tutto questo è devastante (…) Sento l’urgenza interiore di fare la cosa giusta, e questo è il momento per farla". Lo scrittore israeliano osserva le dimensioni della violenza nella Striscia di Gaza: "Sto male. Anche se so che quei numeri passano attraverso il controllo di Hamas e che Israele non può essere l’unico colpevole di tutte le atrocità a cui assistiamo.”
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