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BAMBINI DI GAZA: QUALSIASI MOBILITAZIONE DAL BASSO NON SERVE A NULLA? UN LENZUOLO BIANCO SUL BALCONE!

  • Immagine del redattore: Claudio Foti
    Claudio Foti
  • 23 mag
  • Tempo di lettura: 3 min

C’è un commento al mio post sulla manifestazione nazionale in difesa dei bambini di Gaza che merita la massima considerazione: “Perché – scrive Angelo Totaro - qualsiasi manifestazione, petizione o altro, non serve a nulla! Gli israeliani continueranno a bombardare civili e bambini, con le bombe che gli forniscono gli USA e, forse, anche noi! Solo gli USA possono fermare questo scempio, ma a loro non importa un fico secco! Anzi ...

 

Ringrazio chi ha scritto questo commento perché esprime un vissuto diffuso, comprensibile, per molti aspetti realistico.  Ma a mio parere occorrerebbe agire sulla base di un’altra visione. Credo che ci vorranno dei decenni, ma non c’è alternativa ad un impegno per superare l’atteggiamento di passività  delle opinioni pubbliche e dei popoli, anche di quelli della tanto celebrata “civiltà occidentale”, un  atteggiamento di delega e di impotenza che è stato storicamente indotto da tanti fattori e che rischia di cristallizzarsi.

 

Sarà senza dubbio un compito delle prossime generazioni, ma forse sin d’ora bisognerebbe lavorare per una prospettiva diversa. E certamente ci sono gruppi ed organizzazioni che già ci stanno lavorando, certamente per risultati che a lungo risulteranno embrionali. Penso all’iniziativa,  prevista per domani 24 maggio per Gaza e proposta dal prof. Montanari, che chiede di esporre un lenzuolo bianco in solidarietà con i palestinesi che continuano a morire. Tra le tante cose essenziali che mancano a Gaza, scarseggiano anche le lenzuola per avvolgere i morti.

 

Mentre il potere si concentra con grande efficacia ed efficienza nelle mani di alcune oligarchie politiche, finanziarie , tecnocratiche (lo si vede molto bene negli Stati Uniti) , occorrerebbe lavorare per dimostrare che i popoli con una mobilitazione dal basso hanno grandi possibilità, grandi risorse che andrebbero verificate ed implementate, gradualmente potenziate  per contrastare le scelte dei potenti, anche le più assurde ed autodistruttive, come lo sterminio dei bambini  palestinesi, scelte che sembrano - e tuttora in effetti, oggi,  per molti versi  lo sono - inarrestabili e schiaccianti.


Sono molto interessato a leggere il libro appena uscito di Monica Maggioni, “Presidents”.  Ne ha parlato a Piazza Pulita. “Un raggruppamento straordinario di capitali privati, tecnologia e capacità di controllo sulla società e di governo dell’opinione pubblica come mai era accaduto nella storia. Una confraternita di uomini incredibilmente potenti, che trovano nel presidente e nel vicepresidente il volto pubblico di un progetto che affonda le sue radici in una visione del mondo estrema, a tratti inquietante. Uomini così influenti da spingere a guardare alla presidenza americana non più come a un singolo, ma a un gruppo: sono loro The Presidents, quelli da cui potrebbe dipendere anche il nostro futuro.”  A fronte di una concentrazione di potere tanto preoccupante le popolazioni dovranno attrezzarsi imparando a costruire in maniera sempre più incisiva esperienze di attivazione e di mobilitazione che, inevitabilmente, richiederanno tempi lunghi e dovranno passare. attraverso prove ed errori. Il mio discorso è certamente di prospettiva. Nell’immediato dobbiamo rinunciare all’illusione di poter cambiare in modo magico una situazione di impotenza e non rinunciare per esempio ad aderire all’iniziativa che è stata  proposta da Montanari: la mobilitazione è intitolata “Il sudario”, il lenzuolo con cui si avvolgono i corpi dei palestinesi morti, scelto come simbolo della strage, e invita ad esporre i drappi bianchi in segno di solidarietà con le vittime palestinesi e per chiedere la fine dei bombardamenti dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania.

 


 




 

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