Claudio Foti in C. Roccia (a cura di), Riconoscere e ascoltare il trauma, Angeli, Milano, 2001.

In una serie di scritti, articoli, libri e dispense ho affrontato il tema del trauma, delle conseguenze psichiche e comportamentali che può determinare nella vittima e della prevenzione che si può attivare.
Mi concentro sul trauma di mano umana che si può produrre all’interno dell’ambito familiare ed istituzionale nella relazione tra l’adulto e il bambino. Gli esseri umani sono le più complesse creature viventi nel pianeta: sanno amare in modo straordinario, ma sanno anche odiare ed usare i soggetti più deboli come nessun altro essere vivente sa fare.
La relazione con un bambino che potrebbe essere traumatizzato risulta particolarmente impegnativa. I bambini segnalano con un’infinità di indicatori una situazione di maltrattamento che è in corso di svolgimento, ma questi segnali rimangono muti se non c’è la capacità di ascolto, la sensibilità emotiva, prima ancora che la competenza cognitiva, negli adulti che circondano il bambino per dare attenzione e prendere sul serio le comunicazioni esplicite o implicite del malessere dei più piccoli. Viene sottolineata l’importanza delle competenze emotive e relazionali degli operatori, che devono affiancare le competenze cognitive e tecniche per trattare il disagio e il trauma dei minori.
Mi soffermo in particolare su alcune competenze emotive:
la capacità di formulare, tenere a mente e sottoporre a falsificazione l’ipotesi della violenza sul bambino,
la capacità di avvicinamento con la parola alla sofferenza del bambino, assumendo una disponibilità all’ascolto e al dialogo,
la capacità di contatto con la vita emotiva per comprendere ed elaborare i sentimenti propri e altrui che possono circolare nella relazione con il bambino e con l’adulto attorno a lui.
La dispensa “Linee guida sull’abuso all’infanzia” ha avuto diverse edizioni a partire dalla metà degli anni ’90 e hanno rappresentato uno strumento di informazione e di riflessione, particolarmente diffuso e utilizzato in Italia dagli assistenti sociali, dagli psicologi, dagli educatori, dagli insegnanti, dai professionisti dell’infanzia.
Claudio Foti
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