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IL PROCESSO SUL CASO BIBBIANO E LA POST VERITA’ . RICHIESTI PIU’ DI 73 ANNI COMPLESSIVI DI RECLUSIONE.

  • Immagine del redattore: Claudio Foti
    Claudio Foti
  • 15 minuti fa
  • Tempo di lettura: 2 min

La Procura di Reggio ha richiesto più di 73 anni complessivi di reclusione per gli imputati del caso Bibbiano.

 



Una requisitoria fondata su una verità immaginata che ignora e rovescia completamente prove e riscontri emersi nel dibattimento al processo di Reggio Emilia a carico di 14 imputati. I difensori si preparano ora ad arringhe stringenti e documentate.

Psicoterapeuti e assistenti sociali colpevoli di un impegno onesto e strenuo a favore di minori vittime di abbandono e violenza vengono colpiti da richieste di pena che spesso non vengono formulate nei confronti di soggetti, che si sono macchiati di gravissimi delitti, di pedofili e di ladri di Stato.

 

Ma siamo nell’epoca della post-verità. Uno straordinario eroe della post-verità Donald Trump è andato al potere. Ecco che si è aperta negli Stati Uniti l’età dell’oro, anche se le borse crollano e la recessione economica fa capolino. Ciò che conta non sono i riscontri fattuali. I collegamenti tra la realtà e la rappresentazione si possono del tutto annacquare.

 

Non esistono false notizie, tutte le notizie sono vere fin tanto che si riesce a farle credere. Dunque diventa vero che gli psicologi avrebbero falsificato il disegno di un bambino, fin tanto che non si esamina con tecniche rigorose ed avanzate quel disegno - e si scopre il contrario -, fin tanto che non viene fuori che ad essere falsificato è stato semmai il disegno fatto avere alla stampa da chi riuscì a rifornire di fake ogni giorno le redazioni del media per alimentare la gogna mediatica contro gli imputati.

 

Il processo di Bibbiano esemplifica straordinariamente la cultura della post verità. L’abbiamo già dimostrato nel libro “Bibbiano: dubbi e assurdità”, Alpes, 2023.

Tutto il processo, giudiziario e mediatico di Bibbiano è stato costruito su un ribaltamento sistematico dei dati di realtà a vantaggio di una costruzione di un teorema accusatorio, dove chi ha dedicato la propria vita all’ascolto e alla tutela dei bambini viene fatto passare per violentatore di esseri inermi, dove gli strumenti di cura validati scientificamente diventano macchinari per l’elettroshock, dove le marionette da mano per giocare con i piccoli pazienti si trasformano in mascheramenti da lupo con cui terrorizzarli.

 

Ma l’impegno degli esseri umani per la verità, per quanto confuso e contrastato in questi tempi, rimane e rimarrà vivo e tenace. Come l’esito di questo processo potrà dimostrare.

 

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