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DALLA PARTE DEGLI ASSISTENTI SOCIALI (quasi sempre)

  • Immagine del redattore: Claudio Foti
    Claudio Foti
  • 7 giorni fa
  • Tempo di lettura: 2 min

Parlo con Sara, assistente sociale  di un caso di violenza intrafamiliare di cui ci stiamo occupando in un ufficio freddissimo dove ci riscalda solo la nostra indignazione per le mancate segnalazioni che lasciano i bambini in situazioni di gravissimo e per le aggressioni che Sara ha subìto per aver difeso una minore molto fragile e molto sofferente.

Immagine creata con intelligenza artificiale
Immagine creata con intelligenza artificiale

Commentiamo il dato che dimostra in modo eclatante che dopo la vicenda Bibbiano sono aumentati gli attacchi alla sua professione.  “Negli ultimi 12 mesi le e gli Assistenti Sociali vittime di aggressione sono state/i oltre mille, ma gli eventi violenti sfiorano i 7000 casi con una media di 6,5 per persona[1]”.

-        Siete una categoria in trincea, le dico. Quando vi impegnate a tutelare i bambini minacciati e maltrattati in ambito familiare vi sparano da tutte le parti. Rischiate di essere il bersaglio di offensive e di squalifiche pesanti da parte degli utenti, dai media e dagli stessi vertici istituzionali…

-        Le cose sono pùeggiorate, mi risponde, dopo la campagna di Bibbiano contro i Servizi sociali e contro i compiti istituzionali della tutela dei minori.

-        E’ stato un drammatico errore la scelta dell’Ordine degli assistenti sociali di abbandonare al proprio destino gli imputati di questa vicenda e contestualmente di non contrastare la campagna di delegittimazione  degli assistenti sociali connessa al processo di Bibbiano.

-        L’Ordine è arrivato addirittura a costituirsi parte civile nel processo contro questi imputati…. Che suicidio! 

-        L’impegno della vostra professione è improbo, affrontate le questioni più diverse e più complesse … in tantissime situazioni gli assistenti sociali sono il primo baluardo nella difesa dei bambini, mentre talvolta, soprattutto nelle separazioni conflittuali, possono diventare subalterni alla logica dell’adultocentrismo e alla violenza della PAS.

-        Certo, se non siamo sostenuti e formati, conclude Sara,   se non riusciamo a difendere la nostra autonomia culturale e professionale, finiamo per andar dietro agli psicologi e ai consulenti del giudice che difendono la logica patriarcale.

 

Il ruolo attivo del Servizio sociale nella tutela dei bambini più sfortunati può essere fondamentale  in molti situazioni, e non è raro che paradossalmente proprio in queste situazioni venga attaccato, come è avvenuto in maniera iperbolica nella vicenda di Bibbiano con la costruzione della gigantesca fake degli "affidi illeciti" della val d’Enza.  D’altra parte in altre situazioni lo stesso Servizio sociale - realtà variegata che risente del contesto culturale ed istituzionale in cui opera - finisce per fraintendere ed ostacolare il comportamento di tante madri (e talvolta di padri), accusate di comportamenti alienanti,  solo perché colpevoli di prendere sul serio le rivelazioni dei loro figli sul comportamento violento dell’altro genitore. Può succedere allora gli assistenti sociali che cercano di difendere i bambini con grande impegno e sacrificio non si rendano conto che esistono in altre situazioni assistenti sociali che in nome del diritto alla bigenitorialità finiscono per fare gli interessi dei genitori a scapito di quelli dei figli. D'altra parte ci sono gruppi e singoli che giustamente contrastano l'ideologia della PAS e dell'alienazione parentale e che fanno fatica a capire che gli assistenti sociali in tante situazioni, come nella stessa vicenda di Bibbiano, non agiscono a priori contro le madri perché hanno lavorato, lavorano e lavoreranno a favore dell'ascolto e della tutela dei bambini.


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