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Maltrattamento e abuso

Immagine del redattore: Claudio FotiClaudio Foti

L’INSOPPRIMIBILE BISOGNO DI METTERE IN PAROLA IL TRAUMA

18 ottobre 24


Alla presentazione del mio libro ieri mattina al Dipartimento di Scienze politiche dell’Università Federico II di Napoli una persona parla dal tavolo dei relatori e racconta un episodio di abuso infantile, subìto da parte di un chierichetto e poi da parte di un sacerdote.

Ciò che è stato importante per il narratore è stata la possibilità del bambino di allora di parlarne ai genitori, di rompere un silenzio che, se prolungato, sarebbe stato pesante e disturbante.

La mia relazione su “Lettere del trauma” ha potuto prendere avvio di questa disclosure inattesa, da questo ricordo sincero e coraggioso.

Si è trattato di un passaggio che ha fatto compiere un salto di qualità al dibattito già ricco e coinvolgente, alimentato dagli interventi di apertura del prof. Giacomo Di Gennaro, della prof.ssa Maria Clelia Zurlo, dell’avv. Fabrizia Bagnati, dell’assistente sociale e psicologo Mariano Iavarone. Appena si affronta il tema della sofferenze delle persone e si crea un clima di comunicazione autentica, addirittura anche in un cointesto di riflessione accademica, può venir fuori un insopprimibile bisogno di chi ha patito la violenza di mettere in parola, di raccontare le esperienze sfavorevoli o traumatiche patite nell’infanzia.

Non siamo circondati da pedofili ma abuso e pedofilia sono fenomeni sommersi e sottovalutati.



L’ASCOLTO DEL DOLORE

18 settembre 24


Come afferma Luigi Cancrini nella sua prefazione al mio libro “”Lettere dal trauma” è davvero fondamentale l’attenzione ad “un dolore che è all’origine di tutti i modi possibili dello star male della donna e dell’uomo, del bambino e dell’anziano e che dovrebbe sempre essere cercato dietro la facciata dei sintomi così minuziosamente codificati nei manuali dei disturbi psichici”.

Il mito degli psicofarmaci che ispira l’azione concreta della maggior parte degli psichiatri di tutto il mondo si contrappone invece alla condivisione del dolore, all’empatia nei confronti delle emozioni penose, alla comprensione del trauma, al riconoscimento del rapporto fra i fatti della vita e il disagio psichico.

Il libro che viene presentato contiene scambi di mail e di comunicazioni con persone esperte. Esperte di dolore, di impotenza e di impegno strenuo sui sentieri scoscesi della sopravvivenza: gente che ha resistito a esperienze molto difficili, soggetti che pongono interrogativi angoscianti, che rivelano storie sconvolgenti, che formulano domande di aiuto per uscire dalla confusione, dal senso di colpa, dalla sfiducia, dalla disperazione.

Le persone che hanno vissuto o che hanno assistito ad eventi traumatici sono alla ricerca di un interlocutore capace di accettazione benevola e di accoglienza rispettosa, in grado di accettare il disorientamento e il dolore. Il trauma di mano umana, specie quello che ha colpito un bambino, è stato accompagnato dal crollo dei rapporti di fiducia nei confronti di altri esseri umani. È indispensabile che i sopravvissuti possano trovare altre relazioni, capaci di rivelarsi sicure e di riattivare la fiducia, al fine di generare una prospettiva riparativa.

Propongo nel mio libro una linea coerente dello psicoterapeuta di “partecipazione affettiva”, perché il sopravvissuto necessita di una persona accogliente per costruire insieme una prospettiva di cura e di speranza. Solo in una relazione terapeutica di tipo competente ed empatico, sicura ed amorevole, il sopravvissuto può dare un senso e una riparazione ai suoi sintomi ripetitivi e disturbanti.

La terapia comporta il prendere per mano il paziente per un viaggio all’inferno del trauma con un biglietto di andata e ritorno. Così anche le ferite più profonde - rimosse o dissociate, ma continuamente riemergenti - possono essere in qualche modo accettate e risanate e diventa pertanto realistica l’affermazione: “Curare il trauma è possibile!”




CONDIVIDERE E COMUNICARE L’ABUSO.

I GRUPPI E LE ORGANIZZAZIONE DEI SOPRAVVISSUTI

28 febbraio 24


La “Rete contro l’abuso”, un’associazione di vittime di violenze sessuali nella Chiesa, e il Comune di Savona promuovono l’iniziativa di una panchina contro l’abuso sessuale sui minori sul modello delle panchine contro la violenza sulle donne.

La vittima di una situazione di abuso infantile sperimenta una situazione personalissima, difficile da comunicare. In genere questa situazione è vissuta in una realtà angosciante di solitudine, di isolamento, particolarmente terribile e terribilmente particolare.

Nell’isolamento comunicativo e relazionale in cui si trovano, il bambino e la bambina spesso fanno fatica a comunicare e a chiedere aiuto. Talvolta passano anni senza trovare la forza di mettere in parola il segreto opprimente che si portano dentro. Anche divenuti adulti i sopravvissuti incontrano molte difficoltà a raccontare perché ancora oppressi dall’autodeprecazione e dall’autocolpevolizzazione.

Circondata dal silenzio e oppressa dal segreto la piccola vittima non può esprimere e condividere le emozioni di impotenza, dolore, rabbia, paura, senso di colpa e confusione. Questa solitudine emotiva che accompagna e segue all’abuso è fortemente logorante e spesso risulta perfino maggiormente traumatica della violenza.

In questo isolamento emotivo e comunicativa la piccola vittima finisce per sviluppare, per poi conservare nel tempo, immagini negative di sé particolarmente nocive, per es. l’immagine di essere colpevole, di essere sporca, di essere indegna.

Per questo bisogna aiutare i sopravvissuti all’abuso a narrare e a condividere - in un contesto di comprensione empatica in un clima di accettazione e di non giudizio - le esperienze della violenza patita.

Per questo sono importanti organizzazioni come la “Rete contro l’abuso” che cercano di aggregare le vittime.

Per questo nei gruppi di psicodramma delle vittime, nei gruppi di auto-aiuto e nei gruppi di discussione dei sopravvissuti con cui ho lavorato si può assistere a processi di crescita e di guarigione.

“Gli eventi traumatici distruggono i legami che collegano l’individuo alla comunità. I pazienti sopravvissuti imparano che il loro senso di sé, di valore, di umanità dipende da un senso di collegamento con gli altri. La solidarietà di un gruppo offre la protezione più forte contro il terrore e la disperazione e l’antidoto migliore nei confronti di un’esperienza traumatica. Infatti il trauma isola, il gruppo crea un nuovo senso di appartenenza. Il trauma è fonte di vergogna e stigma, il gruppo si offre come testimone e conferma la validità della vittima. Il trauma degrada la vittima, il gruppo la celebra. Il trauma la disumanizza, il gruppo restaura la sua umanità” (Judith Herman, Guarire dal trauma, Magi Editore, Roma, 2007, p. 275).


UNA VERITA’ DA DIGERIRE NEI PROSSIMI DECENNI

12 dicembre 2023


Il libro di Luigi Cancrini, “Un lungo viaggio nella cura della mente. Uno psicoterapeuta racconta”, Edizioni Giunti mi è giunto dall’autore con una dedica. Piccole, grandi cose che danno senso alla vita.

La storia che racconta Cancrini prende avvio da una verità, a cui Freud contribuisce con genialità, al di là di tutte le sue contraddizioni: “I disturbi psichici originano nell’infanzia e sono in gran parte determinati (al di là dei discorsi sulle predisposizioni che naturalmente esistono sempre e lasciano sempre il tempo che trovano) da situazioni ambientali sfavorevoli”.

E’ una verità che ancora deve pienamente metabolizzata dalla comunità sociale, che impiegherà ancora, nel migliore dei casi, qualche decennio prima di poter avviare i cambiamenti conseguenti e necessari rispetto all’infanzia e rispetto alla cura delle infanzie infelici nei bambini e negli adulti.

Sono grato a Luigi Cancrini per essere stato un autorevole e coraggioso esperto che gratuitamente ha accettato di farmi da consulente di parte e più in generale di essersi impegnato con grande lucidità contro le mistificazioni associate al processo di Bibbiano.

Sono anche grato perché continua a lavorare e a scrivere cose utilissime e chiare.

Non si può non concordare con quanto afferma Marco Bellocchio, noto sceneggiatore e regista, che ha scritto la premessa di questo testo di Cancrini: “Per il suo essere concreto, profondo, comprensibile, è un libro che consiglio a tutti”.

E’ un ottimo regalo di Natale, indicato anche per non addetti ai lavori, per persone che possono interrogarsi su questa scelta fondamentale per l’esistenza: provare ad interrogarsi sulle radici della propria sofferenza, cercando di riattraversare con la psicoterapia la propria storia infantile, con l’obiettivo di migliorare se stessi e il rapporto con gli altri.



LE RICERCHE NON SONO PERICOLOSE! AIUTANO BAMBINI E GENITORI

21 luglio 2023


C’è chi ce l’ha su con le ricerche quantitative che tentano di conoscere la diffusione degli abusi sessuali sui minori e dei traumi infantili. I numeri provengono dall’OMS, dall’ISTAT da vari istituti pubblici e privati, ma la verità offende, disturba, toglie la tranquillità a chi vorrebbe mantenere l’idea che viviamo nel migliore dei mondi possibili e che l’infanzia sia una condiziona dell’esistenza sempre e comunque felice.

Recentemente è suonato l’allarme. Qualcuno afferma: più la ricerca scientifica rileva la presenza di traumi infantili, più i bambini saranno allontanati dalle loro famiglie!

Sappiamo che il numero degli allontanamenti in Italia è più basso di quello che si registra in molti altri paesi europei. Sappiamo che la quasi totalità degli allontanamenti (con la rilevante eccezione degli assurdi allontanamenti motivati dalla PAS) derivano da provvedimenti estremi per tutelare bambini che rischiano di essere distrutti in famiglia e soprattutto sappiamo che non c’è nessuna connessione automatica tra la rilevazione delle violenze e la necessità drammatica di allontanare un bambino dalla sua famiglia.


Se si prendono i dati sulle violenze sui minori dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) - la principale organizzazione di servizi degli USA e di protezione della salute pubblica - sono tre i punti che vengono sottolineati: gli abusi sono tanti, producono nel tempo tanta sofferenza ai bambini fino alla vita adulta e producono danni economici all’intera società. oltre che ovviamente ai bambini

“Molti bambini esitano a denunciare o non denunciano mai abusi sessuali su minori. Pertanto, i numeri seguenti probabilmente sottostimano il vero impatto del problema. Sebbene le stime varino tra gli studi, la ricerca mostra: • Circa 1 ragazza su 4 e 1 ragazzo su 13 negli Stati Uniti subiscono abusi sessuali su minori. L'onere economico totale per tutta la vita degli abusi sessuali su minori negli Stati Uniti nel 2015 è stato stimato in almeno 9,3 miliardi di dollari.

Ciò può comportare conseguenze sulla salute fisica, mentale e comportamentale a breve e lungo termine. Esempi di conseguenze sulla salute fisica includono:

• lesioni fisiche • condizioni croniche successive nella vita, come malattie cardiache, obesità e cancro Esempi di conseguenze sulla salute mentale includono: • depressione • sintomi del disturbo da stress post-traumatico (PTSD). Esempi di conseguenze comportamentali includono: • uso/abuso di sostanze, compreso l'abuso di oppiacei • comportamenti sessuali a rischio, vale a dire rapporti sessuali con più partner o comportamenti che potrebbero portare a gravidanze o malattie sessualmente trasmissibili • aumento del rischio di perpetrazione di violenza sessuale •

aumento del rischio di suicidio o tentativi di suicidio” (https://www.cdc.gov/violen.../childsexualabuse/fastfact.html)

L’Istituto degli Innocenti è pervenuto in Italia ad un dato del tutto analogo per ciò che concerne gli abusi nei confronti delle minorenni.


Se in tutto il mondo vengono evidenziati dati quantitativi preoccupanti sulla presenza di esperienze sfavorevoli e di traumi infantili, non è per mettere in difficoltà le famiglie o per strappargli i figli, bensì per aiutare i bambini, ridurre la loro sofferenza e semmai aiutare le famiglie a comprendere maggiormente i più piccoli. Inoltre le ricerche servono per sensibilizzare la popolazione affinché faccia più attenzione ai bambini e per attivare le istituzioni sociali nella prevenzione del fenomeno, perché il maltrattamento e l’abuso procurano danni psico-fisici ai singoli e danni economici all’intera comunità.

Paolo Roat di Scientology, che interviene sulla questione, su un punto ha ragione: bisogna far di tutto prima di arrivare al provvedimento estremo e potenzialmente scombussolante dell’allontanamento di un bambino dalla sua famiglia. Ma l’equazione su cui insiste è immaginaria: più verrebbero rilevati traumi più diventerebbero inevitabili gli allontanamenti. E’ un’equazione senza senso. Serve solo a contrastare le conoscenze sui traumi infantili e a mantenere l’allarme sul presunto pericolo gonfiato degli allontanamenti presuntamente ingiusti.

Questa equazione non è fondata: in realtà più abbiamo informazioni sulle violenze e sulle sofferenze dei bambini più possiamo aiutare i bambini e gli stessi genitori. Inoltre possiamo meglio differenziare la stragrande parte dei genitori che vogliono aiutare i loro figli, accettando le informazioni sui loro disagi, da quella ristrettissima minoranza di genitori che rifiuta di mettersi in discussione e porta avanti azioni di grave trascuratezza, maltrattamento e di abuso senza fermarsi, senza farsi aiutare nel riparare le ferite dei figli rischiando così di danneggiare per sempre la loro crescita.

Merita citare in conclusione un pensiero di Marianna Giordano, attuale presidente del CISMAI:

«I numeri indicano che il maltrattamento all’infanzia è diffuso, ancora sommerso e poco affrontato: la preoccupazione di attivare un intervento inappropriato può condurre a minimizzare e alla negazione del diritto di ciascun bambino a vivere in un contesto responsivo. Occorre investire in azioni a supporto delle genitorialità vulnerabili. (...) Seguendo l’indicazione di Bowlby – «se una comunità ha a cuore i suoi bambini, deve proteggere i suoi genitori» – occorre investire in azioni a supporto delle genitorialità vulnerabili». https://cismai.it/intervista-a-marianna-giordano/




AUMENTANO I MALTRATTAMENTI SUI MINORI. DIMINUISCE LA PROTEZIONE

21 ottobre 2023


«I dati nazionali della Polizia sui "Minori vittime di reati", ci dicono che i reati ai danni dei bambini sono aumentati e ciò avviene soprattutto fra le mura domestiche». Secondo i dati del Garante per l’infanzia il 91, 4% DEI maltrattamenti avvengono In famiglia.

Matteo Iori, presidente del Consiglio Comunale di Reggio Emilia inizia così il suo coraggioso video pubblicato su YouTube, con cui ha preso posizione sulle conseguenze sociali del cosiddetto caso Bibbiano. https://www.youtube.com/watch?v=VUeFAYp-Yas

In tutto il territorio nazionale le violenze sessuali sono aumentate del 27% e la violenza sessuale aggravata del 13% soprattutto ai danni delle bambine. I reati ai danni dei minori non riguardano solo gli abusi sessuali, non riguardano solo i casi più eclatanti che vengono di tanto in tanto enfatizzati dai media e non avvengono solo nelle periferie degradate come Caivano.

Eppure, dopo la strumentalizzazione politica e mediatica del "caso Bibbiano", paradossalmente sono sempre meno le segnalazioni di casi di bambini a rischio, perché gli operatori hanno paura



delle possibili reazioni delle famiglie che vivono l’intervento di aiuto come ostile e intrusivo. Gli psicologi hanno timore di prendere in carico minori sospettati di aver subìto violenza. Inoltre si riducono gli allontanamenti dalle famiglie per proteggere i bambini e cala il numero di famiglie affidatarie.

Matteo Iori correttamente non interviene sul processo giudiziario ancora in corso, bensì sul processo mediatico che si è sovrapposto in modo confusivo al processo giudiziario, anticipandone le conclusioni e disorientando l’opinione pubblica.

Da quando si è scatenato il cosiddetto caso Bibbiano – afferma Iori – c’è stata una fortissima riduzione delle tutele per i bambini più sofferenti in famiglia, che sono rimasti più soli e più in difficoltà a trovare qualcuno in grado di ascoltare i segnali del loro malessere.

I genitori in difficoltà devono certamente essere aiutati maggiormente sul piano economico, sul piano sociale e sul piano psicologico, perché per quanto possibile i bambini devono crescere nella loro famiglia d’origine, ma – conclude Iori - dobbiamo capire che “esistono anche genitori inadatti a svolgere il loro ruolo almeno temporaneamente, che esistono la pedofilia, che esistono gli abusi, il caso Bibbiano è stato gonfiato a scopi elettorali … ma ognuno deve aver chiaro che i bambini da proteggere in famiglia esistono ancora”.

Gli assistenti sociali, gli psicologi, gli educatori, gli insegnanti, i pediatri devono essere aiutati a non voltarsi dall’altra parte di fronte alla sofferenza dei più piccoli. In Italia in 20 anni sono stati uccisi 500 bambini in famiglia.

Squalificare gli psicologi che si occupano di traumi infantili, come è successo con il caso Bibbiano, attaccare Servizi Sociali e Tribunali per i Minori è stata un’operazione irresponsabile perché ha significato ridurre fortemente la protezione dei bambini. https://www.youtube.com/watch?v=VUeFAYp-Yas



“ROMPERE IL SILENZIO” E “VELENO”: UN’ENORME DIVARICAZIONE CULTURALE

16 luglio 2023


“Rompere il silenzio. Le bugie sui bambini che gli adulti raccontano”, edito da Laurana, è un libro di Girolamo Andrea Coffari che tutti coloro che hanno a cuore un bambino, dovrebbero leggere attentamente.

Se qualcuno pensa che i pedofili siano un soggetto perdente ed isolato leggendo “Rompere il silenzio” ha modo di ricredersi. L’autore analizza le forti suggestioni intellettuali dei pedofili e descrive l’influenza che esercitano sulla cultura sociale ed in particolare sulla psicologia forense.

Coffari dimostra che la comunità adulta si copre gli occhi con fette di salame di fronte al fenomeno dell'abuso sessuale sui minori , soffermandosi sugli atteggiamenti che favoriscono la complicità sociale e culturale verso la pedofilia: la negazione delle dimensioni estese del fenomeno dell’abuso sessuale all’infanzia, la “propaganda” relativa alla presunta epidemia delle false accuse dei bambini, la diffusa indisponibilità ad ascoltare i più piccoli senza pregiudizio, l’attacco ideologico alla competenza comunicativa e testimoniale dei minori, il rifiuto di esaminare con attenzione le capacità di ciascun bambino…

Coffari è un avvocato ed uno studioso di grande esperienza. Ha difeso strenuamente il mio lavoro di psicoterapia nel processo di appello, nel quale sono stato assolto. Il libro di Coffari è del 2018. Sempre nel 2018 si diffondono i podcast di Veleno, curati da Pablo Trincia ed Alessia Rafanelli. Nel 2019 esce il libro “Veleno. Una storia vera” di Pablo Trincia.


Non potrebbe esserci una contrapposizione culturale più radicale: il lavoro di Andrea Coffari lancia in maniera molto documentata un allarme sulla minaccia incombente che pende sui bambini nella nostra società. Il testo approfondisce il tema dell’abuso sessuale, ma propone una riflessione più ampia sulla condizione infantile e sui rapporti di potere che condizionano la loro crescita.

“Veleno” invece lancia un allarme sugli operatori: sarebbero gli psicologi e gli assistenti sociali il vero pericolo perché i primi inducono false rivelazioni, i secondi minacciano le famiglie e possono portare via i figli ingiustamente… In questi senso il teorema di “Veleno” fa da battistrada al teorema di Bibbiano.

“Rompere il silenzio” riesce ad affermarsi in un’area di addetti ai lavori ma non ha suscitato un interesse sociale più vasto, perché propone una consapevolezza disturbante su una realtà penosa ed inquietante che si preferisce non guardare.

D’altra parte “Veleno” è una produzione, giornalisticamente eccellente, che raggiunge il vasto pubblico (un milione e mezzo di visualizzazione i primi podcast) raccontando una favoletta suggestiva e rassicurante per cui i bambini sarebbero spesso bugiardi e manipolati e le gravi violenze sessuali sui bambini, anche se accertate dalla magistratura, a ben vedere risulterebbero tutta fuffa.

Il lavoro di Coffari è una radiografia scientifica della incidenza culturale della pedofilia nella nostra società, un’incidenza che mira alla legalizzazione dei rapporti sessuali fra adulti e bambini. E’ il frutto di uno studio certosino, costato all’autore cinque anni di analisi di una sterminata letteratura.

“Veleno” invece è un racconto tranquillizzante, dove il romanzo cancella la ricostruzione storica, della vicenda della Bassa Modenese, dove le audiosuggestioni dei podcast sostituiscono l’analisi dei documenti processuali, dove mancano completamente un lavoro investigativo ed un approfondimento culturale, dove le numerose vittime di un tempo che continuano a gridare la verità della loro testimonianza infantile, non sono state affatto ascoltate.


FINALMENTE! IL MALTRATTAMENTO E L’ABUSO SUI MINORI

SONO STATI COMPLETAMENTE DEBELLATI … O NO?

3 maggio 2023


E’ l’alba di un nuovo giorno! Una notizia che non può non riempire di gioia tutti coloro che hanno a cuore l’infanzia. I casi di abuso sessuale, maltrattamento e grave trascuratezza nei confronti dei bambini possono drasticamente diminuire. Lo si può dedurre da un’interessante inchiesta di Reggio online che dimostra che nella realtà di Reggio Emilia nel giro di tre anni sono diminuiti i casi di violenze sui minori

“Nell’arco degli ultimi tre anni, dal 2018 a oggi, le segnalazioni di possibili casi di abusi e maltrattamenti su minori da parte dei servizi sociali del Comune si sono dimezzate (…) L’andamento del numero degli affidi famigliari è la diretta conseguenza di questo fenomeno.(…) Tra il 2014 e il 2018 gli affidi in città sono stati in media 250; un dato che comprende tutte le casistiche, gli affidi part-time e a tempo pieno, quelli consensuali e quelli giudiziali, cioè decisi dal tribunale dei minori. Il numero degli affidi è sceso fino ai 188dello scorso anno, con un calo di oltre il 27% negli ultimi tre anni. Anche gli accessi agli sportelli sociali per l’area famiglie e minori sono crollati in questi anni: dagli 897 del 2018 ai 487 dell’anno scorso”. https://www.reggionline.com/abusi-minori-segnalazioni.../


Se prosegue il trend ce l’abbiamo fatta. La comunità adulta si potrà riconciliare con l’infanzia.

Deve essere stato applicato a Reggio Emilia un modello efficacissimo di intervento per la risoluzione radicale del fenomeno del malessere dei bambini, causato dalla violenza e dalla mancata protezione da parte degli adulti. Forse è la “soluzione finale” del problema. Probabilmente il modello è stato seguito anche in altre aree d’Italia, ma merita di venire studiato a Reggio Emilia e magari esteso in altre parti del mondo.

E’ il modello Bibbiano. Basta orchestrare una mobilitazione giudiziaria e mediatica contro gli assistenti sociali e gli psicologi che si occupano di tutela all’infanzia, basta aprire una prospettiva

di criminalizzazione e di terrore nei confronti degli operatori e il fenomeno della violenza sui minori può venire incanalato su binari tranquillizzanti.

Si è potuta così finalmente ridurre la rischiosa escalation dell’attenzione sulla sofferenza dei bambini maltrattati e trascurati, dimezzando le segnalazioni. Si è potuto così ridurre il fastidioso impegno delle famiglie affidatarie che tanto turba il valore assoluto - che non va mai messo in discussione - della famiglia naturale. Si è potuto infine dare una calmata agli psicologi e gli psicoterapeuti che si ostinano ad affermare l’assoluta necessità di curare i bambini dai loro traumi.

Nonostante la pandemia e la guerra si intrave

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