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Interviste

Immagine del redattore: Claudio FotiClaudio Foti

LA STAMPA 22 gennaio 24, edizione piemontese


E’ importante distinguere gli intellettuali che hanno un mestiere da quelli che esistono in quanto prodotto social. I primi possono studiare, fare inchieste, tentare di conoscere le cose sul serio e avere magari qualcosa da dire. Gli altri arrivano dopo, si fermano alla superficie, estraggono il succo, intuiscono un'opportunità e la sfruttano spinti e legittimati dalla folla dei follower. Ecco, mentre i primi svolgono un ruolo utile alla società e difficilmente spenderebbero tutto ciò che sono per un like, i secondi per un like potrebbero fare di tutto. E nemmeno pentirsene.



Lo psicoterapeuta assolto nella vicenda di Bibbiano chiede i danni all’opinionista: “Gli influencer oggi sono una proiezione narcisistica”


TITOLO: “Sospetti e giudizi morali sulla mia dignità. Selvaggia Lucarelli paghi per i suoi errori”


CATENACCIO: “In una società mediatica l’attacco all’immagine è un attacco alla tua anima. Sono stati anni drammatici in cui avrei potuto suicidarmi cinque o sei volte.”


L’INTERVISTA. Antonio Giaimo


Claudio Foti, lo psicoterapeuta di Pinerolo finito al centro della vicenda giudiziaria di Bibbiano e assolto in appello per i presunti illeciti, si sfoga. Si è sentito calunniato e ha intrapreso un’azione legale nel tribunale di Torino nei confronti della giornalista blogger Selvaggia Lucarelli, ha avanzato una richiesta danni di 320 mila euro.

Cosa l’ha spinta a rivolgersi agli avvocati?


Io voglio avere giustizia e riparazione, ma non voglio entrare nello scenario delle contrapposizioni frontali. E‘ vero: chi di gogna ferisce, di gogna perisce, ma io non voglio arruolarmi in una qualsiasi gogna contro qualcuno.


Come mai nella nostra società le campagne di odio nascono in maniera così frequente? Colpa dei social?


Il problema non nasce perché c’è qualcuno “cattivo”, anche se ci possono essere certamente responsabilità individuali. Le persone hanno oggi un’inquietudine, un malessere, vissuti di frustrazione e di rabbia che anni fa non c’erano. Gli indicatori dell’occupazione o del PIL non danno l’idea di una crescita statistica della rabbia o dell’infelicità. Quindi chi fa l’influencer o gestisce l’informazione a maggior ragione non deve soffiare sul fuoco di tutto questo, sapendo facilmente di assecondare la corrente.


Esiste una differenza fra un opinion leader figura nata nel secolo scorso e un influencer?


Sì, i primi operano dentro un quadro di riferimento ideologico, negli spazi operano dentro lo spazio della cultura e della politica. Gli altri in uno spazio che spesso coincide con il loro

ego. Non lo dico per svalutare. La mia è una analisi psicologica. Gli influencer sono una proiezione narcisistica, portatori di opinioni personali non giudicabili, non verificabili.


Ci sono casi di persone che non hanno retto la pressione delle critiche sui social.


Comprendo e provo una grande pena nei loro confronti. C’è chi è più forte e chi è più fragile. In una società mediatica l’attacco all’immagine è un attacco alla tua anima.


E’ successo anche a lei. Come ha reagito a quella tempesta di notizie che l’hanno talvolta?


Avrei potuto suicidarmi cinque o sei volte. Ci sono stati tanti articoli e post, in successione, dove la mia parola non esisteva. Venivano legati fatti fra loro scollegati, e poi giù sospetti, giudizi morali, patenti di uomo indegno. Sono stati anni drammatici che ho potuto affrontare grazie alla mia professione e alla meditazione. Ma le conseguenze sono ancora qui. La mia immagine professionale e la mia vita personale sono state infangate. Si resta traumatizzati a vita.


E’ più difficile affrontare il processo nell’aula del tribunale o sui social?


Da una accusa ci si può discolpare, ci sono i processi per questo. Ma da una campagna stampa feroce e spietata, no. Quelle accuse contro di me hanno armato eserciti di odiatori, mi hanno allontanato amicizie, hanno attaccato la mia vita personale. Bisogna riflettere bene, prima di pubblicare le proprie congetture, su quali possano essere le conseguenze. Bisognerebbe chiedersi: è vero ciò che ho scritto?





LA STAMPA 29 dicembre 2023


«Filippo Turetta non è un mostro anche se ha fatto una cosa mostruosa» è il titolo dell’edizione cartacea.

«Femminicidio Cecchettin. Lo psicologo Foti: “Prevenire la violenza con l’intelligenza emotiva”» è il titolo dell’edizione on line.













IL SECOLO D’ITALIA

28 dicembre 2023


CIRCOLAZIONE DELLA VERITA’


Che anche un giornale del centro destra, come “Il secolo d’Italia”, espressione del partito di maggioranza, mi ha abbia dato recentemente diritto di parola in un’intervista rinforza la mia fiducia nella possibilità di portare avanti una battaglia - certo ancora lunga, lunghissima – per la circolazione della verità.

La leggenda horror di Bibbiano si basava su diversi elementi narrativi, fra i quali:

- c’era un comitato di affari per favorire affidamenti illeciti

- i bambini che venivano allontanati non manifestavano gravissimi segnali di malessere in famiglia

- gli psicoterapeuti terrorizzavano i bambini, inducendo falsi ricordi dei bambini con le loro psicoterapie.

Molti di questi elementi sono crollati ed altri a mio parere crolleranno.

Tutta la vicenda di Bibbiano dovrà essere attentamente e lentamente ricostruita e rielaborata per contrastare il ribaltamento dei fatti e le mistificazioni colossali che si sono accumulate.







L’INKIESTA

24 ottobre 2023


SODDISFAZIONE E FIDUCIA


Per anni mi sono piovute addosso le critiche più false ed infamanti senza poter disporre neppure del diritto di replica.

E’ stato per me un momento riparativo, che mi ha sorpreso e commosso, ascoltare Enrico Mentana, che mi porgeva le sue scuse a nome della categoria dei giornalisti.

E’ avvenuto nel giugno scorso in un telegiornale di LA7 al quale sono stato invitato.

Che alcuni giornali, anche fra quelli che sono stati critici nei miei confronti, mi abbiano dato recentemente ascolto, pubblicando mie interviste è per me motivo di soddisfazione e di fiducia.

Ecco un’intervista de Linkiesta. Mi dà ulteriore forza nella battaglia culturale per la giustizia e per la tutela dei bambini nella quale da 40 anni a questa parte sono impegnato.







IL DUBBIO

7 GIUGNO 2023


INTERVISTA A CLAUDIO FOTI. Simona Musco


Sono stati quattro anni di gogna. Per tutti è stato un mostro, un lupo cattivo, un ladro di bambini. –


- Qual è la prima cosa che ha pensato dopo l’assoluzione?

Non ho pensato… la prima reazione è stata il pianto. Dietro il pianto ovviamente c’è un pensiero: fulmineo, in parte inconscio:_ “Adesso mi dite che il fatto non sussiste, ma nel frattempo la mia vita personale e professionale è stata attaccata, infangano, rovinata… gran parte dei collaboratori, dei giornalisti, degli operatori che mi seguivano si sono zittiti e mi hanno lasciato isolato per anni…


- Come è stato vivere questi anni da “mostro”?

Si sono ridotte del 95% le mie entrate, la mia immagine è stata deturpata, i miei figli hanno vissuti momenti di disorientamento, ansia e sconfitta, ma ho cercato di accettare quanto succedeva, di non farmi prendere dallo sconforto, soprattutto di non farmi logorare dalla rabbia. Ho scritto moltissimo, ho utilizzato la meditazione di matrice buddista, ho cercato di riattivare reti di solidarietà per preparare una ripartenza


- Quali sono state le peggiori fake news con le quali si è dovuto confrontare?

Tante: “Foti boss degli affidi”, quando a Bibbiano in verità non mi sono mai occupato di un solo affido, “Foti che induce i falsi ricordi”, quando la mia paziente aveva già parlato delle violenze subite alla propria madre e ad altri operatori ben prima di incontrarmi; “Foti che maltrattava i figli”: quando la Procura di Reggio ha segnalato l’ipotesi di reato in assenza di qualsiasi querela alcuni media hanno diffuso la notizia, ma quando la Procura di Torino ha subito archiviato in fase d’indagine, nessuno ha detto niente … ingenti somme eco avrei eluso le leggi sull’appalto come un qualsiasi mafioso quando facevo il mio lavoro di professionista sin base a tariffe di mercato di 135 all’ore spese incluse


- Si è spesso parlato di un non meglio precisato “metodo Foti” e il suo modo di fare psicoterapia è stato contestato. Il “metodo Foti” è un’invenzione ridicola per tentare di separarmi dalla comunità scientifica e stigmatizzarmi... Per l’accusa avrei seguito un metodo induttivo e violento. In realtà chiunque esamini le videoregistrazioni che ho consegnato può verificare l’ascolto gentile, non pressante, rispettoso della paziente e delle procedure della terapia del trauma.


- Sagliano Micca, Massa Finalese e Rignano Flaminio. Si continua a tirarla in ballo per queste vicende. Con la vicenda della Bassa Modenese non c’entro nulla. Certo In 40 anni di lavoro ho fatto centinaia di consulenze e perizie, anche per le Procure ed anche in vicende drammatiche. Ma io compivo valutazioni. Non ho mai lavorato per la condanna di alcuno, colpevole o innocente che fosse. Peraltro come avrei potuto con un atteggiamento persecutorio recarmi in carcere per anni, nelle sezioni dei sex offenders a fare gruppi di psicoterapia per i detenuti?


- La comunità scientifica le è stata vicina? Non pervenuta nei primi anni. Erano tutti traumatizzati e terrorizzati. Molti avevano paura di contattarmi per non essere intercettati… nell’ultimo anno c’è stato invece un movimento importante: 227 psicoterapeuti hanno firmato un manifesto per denunciare l’assurdità in termini scientifici del teorema accusatorio contro il mio lavoro.


- Durante il processo è stato criticato da Isabel Fernandez, massima esponente della Emdr: vi siete chiariti?

- Veramente la Fernandez si è limitata solo a rispondere ad alcune domande degli inquirenti. Sicuramente prima di rispondere non ha visto la mia seduta in cui applicavo l’EMDR. Ritengo che la Fernandez abbia stima di me e me l’ha anche scritto. E’ comunque certo che diversi supervisori EMDR hanno attestato la bontà e la correttezza del mio lavoro con questa tecnica terapeutica.


- Ritiene che ci sia stato un processo alla scienza? C’è chi ha parlato di ostetricia dei ricordi, di plagio… è possibile tutto ciò?

Certamente i giudici hanno preteso di entrare nella stanza di psicoterapia per valutare pretendendo di decidere cos’è legale e cosa non lo è, ma alcuni colleghi hanno legittimato questa intrusione. Nella vicenda Bibbiano si è scatenato non solo un delirio mediatico, ma anche un delirio scientifico: consulenti hanno osato sostenere che un disturbo di personalità borderline può derivare da qualche seduta di psicoterapia e non dai traumi infantili, c’è chi ha affermato che bastano poche domande per indurre un falso ricordo …


- Ha più parlato con quella paziente? Cosa le ha lasciato quella psicoterapia e perché crede sia stata così duramente criticata? Mi piacerebbe incontrare quella paziente a processo concluso. penso che anche lei sia stata una vittima della vicenda.


- Tutto parte da una relazione, di cui parlano i carabinieri, nella quale lei avrebbe attestato che gli abusi sono stati perpetrati dal padre. Esiste questa relazione? Qualcuno l’ha mai scritta?

- Com’è stato possibile sostenere questa tesi senza alcun documento che provasse ciò?


- Cos’è successo alla psicologia del trauma in questi 4 anni? Ci troviamo in una fase di grandi progressi, di nuovi studi, ricerche e pubblicazioni che dimostrano quanto il trauma sia diffuso, come venga ad incistarsi nel cervello, quali conseguenze produca nella vita delle persone e quanto sia indispensabile migliorare l’attenzione e l’investimento sulla cura dei bambini e degli adulti traumatizzati.


- Cosa pensa della giustizia dopo tutto quello che è successo? La c’è la giustizia, o meglio ci può essere, se uno trova un avvocato come il mio e giudici che hanno il coraggio di affermare le ragioni del diritto contro i gravissimi pregiudizi che si possono cristallizzare contro degli imputati.


Lei è stato accusato di aver criticato il podcast Veleno: cosa pensa di quella vicenda e di quella ricostruzione? Su Veleno rinvio al secondo capitolo del libro “Bibbiano: dubbi e assurdità”, edito dalla Alpes. Qui voglio sottolineare che sia gravissimo per lo stato di diritto che una persona, un professionista debba pagare tanto duramente perché alcuni giudici lo definiscono “criminale per convinzione” in quanto s’è avvalso del proprio diritto di opinione e di critica culturale.


- Se le ricorda le pagine dei giornali il giorno dopo il suo arresto e la sua condanna? Qual è la differenza con il giorno dopo la sua assoluzione? Ricordo un carosello dell’Olio Cuore con la suggestiva musica di Grieg: l’attore che aveva una pancia molto grande si svegliava scoprendo di essere dimagrito, saltellando e canticchiando: “La pancia non c’è più”. Io mi sono svegliato stamane come quel personaggio e dai giornali vedo che la mia pancia piena di ingiustizie e falsità non c’è più. Ma è stata così distruttiva e continuativa la violenza subita in questi quattro anni che un po’ mi chiedo ancora se sogno o son desto…





Eco del Chisone:

Angeli e Demoni, da Bibbiano a Pinerolo: l'intervista integrale a Claudio Foti (2022) L’intervista: Lucia Sorbino. https://www.youtube.com/watch?v=Ncf-hQarnrI

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